Il leasing finanziario è un contratto che coinvolge tre parti: la società di leasing, il fornitore del bene e il professionista. La società di leasing acquista o costruisce un bene che viene poi concesso in uso al professionista. Il professionista paga un canone periodico alla società di leasing e ha l'opzione di acquistare la proprietà del bene alla fine del contratto, pagando il cosiddetto "prezzo di riscatto".
Il leasing finanziario è uno strumento utile per i professionisti che intendono effettuare investimenti, poiché permette di diluire nel tempo l'esborso finanziario. In sostanza, il leasing è un finanziamento mascherato. L'Agenzia delle Entrate ha chiarito in più occasioni che non ci devono essere discriminazioni tra le due forme di investimento, cioè quello realizzato mediante finanziamento e quello in leasing.
Il leasing finanziario è riconosciuto anche nell'ambito delle diverse agevolazioni che si basano sulla realizzazione di investimenti. Ad esempio, il bonus che consente anche ai professionisti di realizzare investimenti in beni strumentali nuovi e in software. Questi acquisti possono essere effettuati indifferentemente in proprietà o in leasing, e entrambe le forme godono dello stesso incentivo nella stessa misura.
Il professionista assume i rischi inerenti al bene in godimento. La locazione finanziaria è specificamente disciplinata da diversi articoli del TUIR e del D.Lgs. n. 446 del 1997. Le disposizioni previste ai fini delle imposte sui redditi e dell'Irap per i lavoratori autonomi si applicano anche alle società semplici esercenti attività di lavoro autonomo e alle associazioni tra artisti e professionisti. Per le società tra professionisti (STP) si applicano le regole del reddito d'impresa.